La Sim De Asmundis? Un brutto capitolo per i risparmiatori

NAPOLI – Lo scandalo della “Banca popolare del Meridione” evidenzia ancora una volta la necessità di garantire maggiori tutele ai risparmiatori. Numerosi gli scandali legati a promotori finanziari senza scrupoli, come quello legato alla Sim De Asmundis. Proprio per ricordare questo episodio e trarne una lezione, ne parliamo, con l’avv. Agostino La Rana, fondatore dell’Associazione antiusura Arpa e autore di numerose e apprezzate pubblicazione nel settore finanziario.

Avv. La Rana, può descrivermi, in sintesi, la storia della Sim di De Asmundis?
Nel 1996 una Società d’Intermediazione Mobiliare napoletana fallì e si trovò nelle condizioni di non poter più rimborsare i risparmiatori che le avevano affidato i loro soldi da amministrare.

Quanti risparmiatori sono stati coinvolti nell’operazione di questa Sim?
Le cronanche dell’epoca riferirono di circa 900 risparmiatori.

In genere a quale ceto appartenevano i risparmiatori della Sim?
Erano quasi tutte famiglie della media e alta borghesia napoletana.

C’erano anche alcuni alcuni magistrati…
Sì. E quest’ultimo particolare determinò una conseguenza importante; com’è noto, le indagini penali – e i successivi processi penali – ove siano parti lese magistrati, sono di competenza di un distretto di Corte d’Appello diverso da quello nel quale risiedono i magistrati. Per tale motivo, i processi su questa vicenda si celebrarono a Potenza e Roma.

Ci furono diversi processi…
Sia civili che penali. Tra questi ultimi, ricordo, in particolare, quello per bancarotta fraudolenta (a Potenza, ndr).

I processi sono ancora in corso?
In effetti, tra i vari processi, uno solo – di carattere civile – diede soddisfazione alle vittime di quel fallimento: la CONSOB venne condannata a risarcire i risparmiatori. In pratica, il Tribunale acccertò che l’omessa vigilanza sulla società da parte di quell’organo istituzionale, aveva danneggiato i risparmiatori.

Alla luce di quanto è successo con questa Sim, lei quali consigli si sente di dare ai risparmiatori?
Di non seguire le mode e di praticare una sana diffidenza, anche nei confronti di certi giornalisti economici che – sovente – scrivono i loro articoli sotto dettatura o comunque per compiacere taluno, naturalmente ricambiati.

Ci sono delle analogie tra la Sim De Asmundis e il recente scandalo della “Banca del Meridione”?
Bisogna tenere presente, innanzitutto, le diverse epoche, perché oggi, a causa della crisi economica internazionale, i risparmiatori non soltanto sono diminuiti di numero ma dispongono anche di cifre più basse. Non a caso, i risparmiatori oggi vittime di Raffaele Cacciapuoti e del suo fantomatico/famigerato “Comitato promotore della Banca Popolare del Meridione” sono inferiori come numero e prevalentemente già operanti nei circuiti finanziari: ciò è sorprendente, considerando che la loro esperienza avrebbe dovuto condurli a una maggiore prudenza.

Quali sono, in conclusione, le sue considerazioni sulla Sim di De Asmundis?
In Italia manca l’educazione al risparmio e, più in generale, l’educazione finanziaria. Nessuno pretende che se ne occupino le tradizionali “agenzie formative” – come famiglia e scuola -, ma qualcuno deve pur occuparsene, su scala nazionale e/o locale. Da quest’ultimo punto di vista, vorrei segnalare l’iniziativa della Società cooperativa “CAT – Centro Servizi Campania”, che ha presentato alla Camera di commercio di Napoli un progetto per l’educazione finanziaria e la promozione/costituzione di organismi finanziari senza scopo di lucro nella provincia di Napoli.

(a cura di Carlo Silvano – 11/08/2010)

Stampa