Tremonti, modifichiamo l’art. 41 della Costituzione per ridurre le regole
Giulio Tremonti, Ministro per l’Economia, dalla Corea del Sud ha annunciato l’intenzione di modificare l’articolo 41 della Costituzione per sospendere per 2/3 anni le autorizzazioni per le piccole e media imprese, la ricerca e le attività artigiane. La proposta, condivisa dal Presidente Berlusconi, sarà presentata domani al G20 e lunedì all’Ecofin. L’articolo 41 della Carta costituzionale recita: L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. Tremonti ha fatto riferimento alla nota diffusa ieri da Palazzo Chigi in cui si parlava della necessità della stabilizzazione finanziaria e di un grande progetto di liberalizzazione delle attività economiche. “Non si tratta di liberalizzazioni o di privatizzazioni – ha affermato Tremonti – perché non si cambia il sistema dall’interno ma di una rivoluzione liberale che renda possibile tutto ciò che non è proibito”. Il ministro ha aggiunto che “sia le lenzuolate di Bersani che il piano casa di Berlusconi hanno fallito” a causa degli interessi di molti settori che vogliono “bloccare tutto”. E’ per questo che il ministro dell’Economia pensa a un provvedimento sotto forma di legge costituzionale “limitato all’economia reale e non alla finanza e con l’urbanistica che abbia un regime a parte”. “Pensiamo a una radicale e totale autocertificazione per le pmi, l’artigianato e la ricerca con i controlli e verifica dei requisiti che va fatta ex post”, ha sintetizzato precisando che non saranno contemplati incentivi fiscali e che la misura “non va in contrasto con il federalismo, anzi”.
L’eccesso di regole, secondo Tremonti, blocca anche l’Europa. Se vuole evitare “una dolce morte” nei prossimi anni, la Ue deve eliminare le troppe norme che si sono stratificate negli ultimi tre decenni. Anche in questo caso, non vanno toccate le regole che riguardano la finanza o la grande industria, ma solo quelle che interessano le attività delle piccole imprese e della ricerca. Il ministro dell’Economia è convinto che il Vecchio Continente “non ha alternative” perché oramai “è un lusso che non si può permettere” data la concorrenza dei Paesi in via di sviluppo.